Era qualche anno che non andavo da Enza a Montemarano. Wow, una degustazione complessa ed emozionante. Si parte con un aglianico base 2020 fresco e con un tannino crok crok, per poi sterzare sullo stesso vino ma di un anno prima, più tondo piu corposo. Sono vini glou ma molto piacevoli e fatti davvero bene. Passiamo ai signor Taurasi, dapprima da botte, si parte con il 2017, doppio Wow, un vino spettacolare, rotondo elegante fruttato pieno e lunghissimo: un gioiello enologico. Il Taurasi 2018 sempre in botte è altrettanto emozionante ma differente, qui il fruttato è meno intenso ma gioca con un'acidità e complessità devastante. E perchè non aprire un Taurasi 2011? Un salto carpiato nel passato di Enza, dove il modo di lavorare in vigna e la mano erano differenti, ma il vino è altrettanto buono e saporito come un degno Taurasi. L'altra grande emozione della giornata è la coda di volpe bianca 2017, al naso ancora in "evoluzione" ma al gusto si rivela piena avvolgente profonda e spiazzante; dicevano che era un vitigno minore!! bevi la coda di Enza poi ne riparliamo. La coda bianca 2018 è un'altra storia ancora, più orizzontale più di corpo. Poi in un serbatoio riposa un capolavoro della viticoltura irpina, un rosato di aglianico assolutamente da For e Cap!.le lacrime mi sono venute. Elegante, gustoso, pieno, gioioso oserei dire. Un signor cazzutissimo vino. La sintesi perfetta di quello che oggi rappresenta Enza Saldutti nel mondo del vino internazionale: una presenza di peso. Qui coca cola e fanta non ne se fanno, qui si fa il vino della tradizione, quello serio e futurista, senza chimica, con la sapienza antica e le tecniche moderne, qui si lavora la vigna, per molti un concetto sconosciuto, qui si producono piccoli grandi gioielli. E non ho provato la coda di volpe rossa!!! Era davvero un dippiù superfluo: oggi... Madame Enza chapeau, hai raggiunto
la piena consapevolezza e la maturità dei grandissimi vignerons
Gianluigi The Explorer Carlino
